26 febbraio 2009

La pazza del villaggio

Una premessa: io adoro le grandi città. Quelle che vengono tacciate di anonimato ecc. ecc, quelle in cui nessuno ti riconosce e tu puoi camminare, saltellare, canticchiare, o osservare paesaggio, vetrine, passanti totalmente indisturbato. Sarà abitudine, sarà carattere, ma io in posti così mi sento totalmente a mio agio. Tutto quello che è sotto al milione di abitanti mi dà la sgradevole sensazione di esser osservata, come in gabbia.

Secondo punto. Da un mesetto vivo a Basilea, Svizzera, cittadina deliziosa, sì, ci sono anche dei musei e un'università, ma per i miei parametri soffocantemente piccola.

E, non so bene come, mi è venuta l'assurda idea di frequentare un corso di fotografia. Come sempre son l'ultima della classe, quella che non riesce a rispettar le scadenze, accampa scuse, cose così (anche se affrontare un trasloco, posto nuovo, ricerca del lavoro ecc. ecc. è veramente destabilizzante, non è una scusa, ma su questo, magari, tornerò).
Bene: gli esercizi di questa settimana vertivano sulla profondità di campo. Quindi, complice una giornata di sole (ma allora esiste anche qui!!) me ne vado sul fiume dotata di macchina fotografica, 2 obettivi, e Zenzero, un pupazzetto che volevo usare come termine di riferimento nelle mie foto.

Ci sono fotografi che sostengono di riuscire a farsi dimenticare mentre fotografano. Seee. Forse, come dice il mio insegnante, se si piantano sei mesi in un posto, metton radici e diventano un unico conglomerato col paesaggio. Be', io di sicuro non son tra quelli. Son diventata oggetto di interesse, di risate, di curiosità collettiva: i bambini mi hanno presa come punto di riferimento per le loro gare, urlando e correndo attorno a me, come cherokee impazziti intorno a un totem sacrificale, i genitori mi indicavano con sguardo interrogativo all'interlocutore di turno, molti si son chiesti se quello strano pupazzo fosse mio o fosse un alien piombato misteriosamente sulla Terra (finalmente qualcosa di nuovo sotto il cielo svizzero), i vecchi -come sempre- son gli unici che hanno avuto il coraggio di rivolgermi la parola...per dirmi che se volevo più in là c'era un coccodrillo (un coccodrillo???) da fotografare!

Risultato: le foto sono scadenti, io mi son ibernata, ancora non conosco nessuno, ma credo che i basilesi (si dirà così?) già mi additino come la pazza del villaggio.

Sorridi, vale, la vita è bella...

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