Ovvero: Zürich su Case da abitare
Qualche giorno fa il mio fratellone mi ha portato un articolo su Zurigo pubblicato su Case da abitare (se vi interessa leggere per intero l'articolo il mese prossimo potrete sfogliar la rivista on line direttamente dal sito).
L'articolo dice cose che io ovviamente già conoscevo, macon quel pizzico di flair che ti fa esclamare (anche tra te e te, non importa come!!): ooooooooh! Ma che posto ficooooo!! Ad esempio vi si afferma: "Arte contemporanea, design e grande architettura firmata Calatrava, Foster e Le Corbusier. La prima città elvetica batte ogni record. Dall'efficienza, risaputa, alla qualità della vita. Non abbiamo dubbi: DI CORSA A ZURIGO".
Di articoli simili mi è già capitato di leggerne, in primis, ad esempio, su D di Repubblica. Dunque leggendo questo pezzi, ci si fa l'idea di una città (e quindi di un Svizzera) sempre al top, con una qualità della vita altissima, creatività e efficienza che vanno a braccetto offrendo al visitatore (e quindi, presumibilmente, al cittadino) standard di vita e cultura elevatissimi.
Del resto la Svizzera è famosa in tutto il mondo, oltre che per i soliti orologi, cioccolata e formaggi, per architettura e design. Mi chiedo allora perché per chi vive qui l'esperienza sia così agli antipodi. Si ha quasi sempre l'impressione di viver in un luogo immobile, dove il tempo si è fermato, e parole quali tendenza, innovazione, avanguardia, ma anche cultura, non son certo quelle a cui pensa lo sprovveduto éxpat catapultato inisvvizzera!
I punti, almeno a mio parere, sono due: un marketing territoriale che spacca, ovvero una grandiosa capacità di vendersi, di creare un'immagine di sé estremamente positiva, minimizzando o addirittura cancellando difetti e pecche (che ci sono, eh, e son pure tante). Quella stessa capacità che manca di certo all'Italia, che con un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi del mondo, un clima mediamente ottimo, una cucina semplicemente divina e varia, un potenziale umano che la Svizzera, ma non solo, se lo sogna, regala all'esterno un'immagine di sé sempre in bilico tra il ridicolo e il grottesco. Questa stessa incapacità si riflette sugli abitanti a mio parere: se parli con uno Svizzero, un tedesco, un americano sembra sempre che faccian lavori grandiosi, abbian incredibili competenze in mille campi, sian sempre sul pezzo insomma; se poi li conosci meglio, o anche capisci semplicemente che lavoro davvero fanno, come vivono, cosa sanno, il ridimensionamento è immediato e quasi brusco.
Ma non può esser solo una questione di immagine, in fondo. Io credo che davvero esista una doppia anima in questo Paese. Una sensibilità altissima e avanzata per l'estetica, il bello, il design da parte di una potente élite, e un diffuso disinteresse e ignoranza (non nel senso dispregiativo, ma di mancanza assoluta di conoscenza e sensibilità) da parte della maggioranza. Voglio dire che ci son incredibili costruzioni, vicino a case a dir poco orrende, giovani designer anticonvenzionali e interessanti, a fianco a branchi di persone che vivono tutti allo stesso modo, seguendo le stesse regole, le stesse abitudini, vestendosi nello stesso modo, senza porsi domande, con pochi interessi. Ci son mostre interessanti, non quanto quelle italiane, (perché, ribadiamolo: quanto offre Milano in un fine settimana in Svizzera lo si vede forse in un anno), ma come al solito, pubblicizzate alla grande! Ma i musei non son mai pieni come da noi. Le persone escono pochino, non amano il teatro, le mostre, insomma mediamente son tutto tranne che intellettualmente curiosi. Non credo di essermi espressa al meglio, ma mi piacerebbe pensare se voi avete avuto un'impressone simile e cosa ne pensate.