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18 gennaio 2011

Gender Gap Index

Ovvero: quali sono i Paesi più amici delle donne?

Volevo scrivere, in realtà da mesi, un post a partire dall'inchiesta di Neewsweek "L'Italia non è un Paese per donne", ma cercando qualche dato statistico per non far sproloqui del tutto a caso (anche se io dei dati statistici spesso mi fido poco, dipende dagli indicatori scelti e anche dai metodi di indagine) e anche perché da brava geografa queste cose mi intrippano da morire, mi son andata a controllare Il Gender Gap Index.


Non cercate di cavarvi gli occhi infilando la vostra testa nello schermo: l'Italia non la vedrete, perché si è aggiudicata un vergognosissimo 74.simo posto, ovvero si ritrova al di sotto di paesi come la Mongolia, il Mozambico, l'Uganda.
 Ai primi posti, senza grandi sorprese si collocano i Paesi nordici; Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia.
Gli indicatori presi in considerazione sono partecipazione alle attività economiche, livello di istruzione, potere politico, salute e sopravvivenza. Che l'Italia non svetti mi mette un'infinita tristezza, ma non è nemmeno così sorprendente, che ormai il nostro Bel Paese sembra averci abituato al peggio.

Due dati però mi colgon di sorpresa ad esser sincera: il fatto che anche la Francia, ricchissima in servizi, e con un elevato tasso di occupazione femminile, sia piuttosto in basso nella classifica. E il fatto che la Svizzera sia al decimo posto. Ora, sembrerò pazza, ma la Svizzera tutto è tranne che un Paese amico delle donne, pochissime delle quali lavorano, perlomeno una volta diventate madri. Io in Italia (è vero che il mio metro di paragone è Milano, di certo non del tutto in linea con i parametri nazionali) non conosco nessuna donna della mia generazione che dopo la nascita di un figlio ha abbandonato il lavoro (nonostante le inaccettabili discrepanze di trattamento, salariale e non, tra uomo e donna, e le difficoltà pratiche a cui son sottoposte le madri in Italia), o che è stata licenziata allo scadere esatto del periodo di maternità (qui succede, e non è troppo fuori dal comune). In quanto a partecipazione ppolitica, parlare con donne Svizzere di politica è quasi impossibile, se ne disinteressano, non votano, son disinformate. Dunque mi chiedo davvero come sian presi questi dati, e per quanto trovi i dati sull'Italia vergognosi e allarmanti, quanto sian lo specchio reale delle situazioni nei diversi Paesi, e mi piacerebbe sentire anche le vostre opinioni in merito, perché  a questo punto mi dichiaro un po' confusa.



10 dicembre 2010

La maleducazione sui mezzi pubblici non ha confini?

Che noi italiani non siam conosciuti nel mondo come campioni di buona educazione direi che è rinomato. Una delle cose che più mi divertono (viste con gli occhi da turista, quando ci sei dentro, hai tempi serratissimi ecc. non è più così divertente) quando torno a Milano è sentir gli insulti e i paroloni che volano sui miei adorati tram, cosa direi abbastanza inconcepibile in Sfizzera (te li mandan gli insulti eh, ma dentro, a bassa, bassissima voce!).

Una cosa che però non mi aspettavo (e qui abbatto anche uno dei pochi luoghi comuni rimasti in piedi sul paese degli orologi, della puntualità e della cioccolata) è che qui la lotta per accaparrarsi il posto sui mezzi pubblici è all'ultimo sangue. Se vi aspettavate ordinate file british style alle fermate di bus&co siete proprio fuori strada: questi se ne stanno con aria indifferente che sembra pensino alla prossima scoperta di rilevanza mondiale che faranno al Cern, e invece son concentratissimi a ripassar la strategia di attacco per la conquista del posto, del tuo posto!
Vecchie che fino a un secondo prima sembravan lì li per trapassare sfoderano energie da 17enni sotto ecstasy e sgomitando spiccan un salto per salire ancora prima che si apran le porte, compassati uomini d'affari usan la 24ore come un macete per farsi largo tra la folla...

Ma almeno se hai il pancione ti faranno sedere, no? Scordatelo. Dico: scordatelo proprio! Che se a Milano ho sommato tre inviti a sedermi e a sopresa qualche passaggio avanti alla cassa del super (soddisfazione unica, se non siete incinte e non avete figli vi consiglio di farvene prestare uno qualche volta, possibilmente vivaciotto: sapete quanti vi fanno passar avanti??!!), qui zero. Non scherzo. Nessuno, dico nessuno, mi ha mai fatta sedere o fatta passar avanti. Questi abbassan la testa e fanno finta di non vederti. Alcuni (ma questo è universale) pensan persino che la pancia sia tipo un guanciale bello morbido e ti spiumacciano, ops, schiacciano, pensando che la protuberanza magicamente rientri e tu occupi d'improvviso meno spazio!

L'altra sera tornavo in treno da Zürich con un'amica. Ora di punta. Entrambe con pupo e passeggino. Ci siam scaracollate per raggiunger il vagone con il posto per portatori di handicap e quindi anche per i kinderwagen (passeggini). Ovviamente era pienissimo, timidamente, con pupo appeso al collo, la mia amica ha cercato di far capire se poteva spostarsi al signore comodamente piazzato nel posto riservato. Secondo voi si è alzato? Macchè! Secondo voi qualcuno ha detto qualcosa in nostra difesa? Macchè. Qualcun'altro ci ha fatte gentilmente sedere? Non sto nemmeno a ripeterlo. Eccoli i gentleman elvetici!

Comunque, ricordo che sulla tube di Londra eran affissi degli adesivi con scritto "lasciar seder le donne incinte" (a cui io ci aggiungerei "e quelle con bambini"). Ora: so che dovrebbe esser una ovvietà, ma visto che non lo è, a me non sembra malaccio l'idea di scriverlo a chiare lettere. In modo che tu e la tua pancia possiate avvicinarvi e far alzar il maleducato di turno semplicemente indicando il cartello. Così, senza bisogno di elemosinare  per ottenere quello che è un diritto. E poi se è scritto: a. diventa un obbligo b. chissà mai che non scivoli lentamente nella coscienza delle persone, che se lo trovano sott'occhio mattina e sera andando a scuola, tornando dal lavoro ecc.
Non è secondo me un caso che questi cartelli-pubblicità progresso fossero affissi sempre nella metro londinese:


Quasi quasi lo proporrei come mozione all'Unione Europea..(ops, ma poi la Svizzera ne resterebbe come al solito fuori)